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In Sicilia 2 mld di fondi Ue in 10 anni da Psr per il rilancio dell'agricoltura

12-10-2014 15:30:14

Oltre due miliardi di euro in dieci anni (2.173.021.000 euro). E' l’investimento previsto dal Piano di sviluppo rurale (Psr) presentato dalla Regione siciliana all’Unione europea e annunciato oggi dall’assessore regionale all'Agricoltura, Ezechia Reale, nel corso del Forum sull’agricoltura al Centro Pio La Torre di Palermo. “Puntiamo molto su questo Piano per rilanciare l'economia agricola siciliana – spiega l'assessore Reale - snellendo l'iter amministrativo e burocratico e innestando contributi e spinte decisive per il rilancio di uno dei settori primari dell’Isola e delle zone rurali".

"In un territorio in cui sono stati spesi circa 16 miliardi di euro negli ultimi trent'anni la colpa del mancato sviluppo non può essere soltanto della politica, ma anche delle imprese che non hanno saputo allinearsi alla modernità - aggiunge -. Per questo nel Psr sono state inserite premialità alla qualità dei prodotti e alle filiere. La nostra agricoltura, più che alla competitività sul prezzo, in partenza perdente, deve puntare sulla qualità unica del prodotto derivante dall’esperienza, dalle capacità nutritive e di tutela della salute incomparabile con altri mercati. Altro elemento fondamentale – conclude Reale – è la capacità di aggregazione. Le aziende agricole se vogliono competere su mercati nazionali devono mettersi in rete, consorziarsi ed è quanto cerchiamo di favorire tramite il Psr”.

Il Psr si articola su sei priorità di intervento: il trasferimento di conoscenze e innovazione nel settore agricolo e forestale; potenziare la redditività e la competitività delle aziende agricole; promuovere l’organizzazione della filiera agroalimentare; preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura; incentivare il passaggio a una economia a basse emissioni di carbonio; adoperarsi per l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali.

“Il problema non è solo spendere le risorse dei fondi strutturali, ma farlo bene nell’interesse della crescita del settore – commenta Vito Lo Monaco, presidente del Centro La Torre -. La Sicilia con la programmazione dei fondi strutturali 2014/2020 ha un’altra occasione di programmazione dal basso che potrebbe, se ben orientata, attivare quel cambiamento culturale degli imprenditori agricoli (giovani e no) e della stessa pubblica amministrazione; finalizzare, con poche linee d’azione, gli investimenti solo su quelle buone pratiche che hanno un riscontro sul mercato globale; coinvolgere il mondo delle imprese, del lavoro e delle istituzioni locali. In questo quadro – conclude Lo Monaco - il contrasto alle mafie sul quale tutti concordano, può avere uno slancio operativo che si riverserebbe sulle strategie di politica economica”.

Al forum hanno partecipato anche i presidenti regionali della Cia, Rosa Giovanna Castagna; della Coldiretti Alessandro Chiarelli; e della Confagricoltura Ettore Pottino; Natale Mascellino del Copagri; il segretario regionale della Flai-Cgil, Salvatore Tripi e il professor Antonio Bacarella.

Fonte: www.adnkronos.it articolo del 08/10/2014

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