Selfiemployement vs. Resto al Sud: due misure per l’auto-imprenditorialità a confronto
Selfiemployement e Resto al Sud sono le due misure più “gettonate” a sostegno dell’autoimprenditorialità in Italia. Ma quali sono le principali differenze tra le due? In questo articolo proponiamo una tabella sintetica e una breve descrizione per metterle a confronto.
Selfiemployement
Selfiemployement è un incentivo per l’autoimprenditorialità rivolto ai cosiddetti NEET (giovani non occupati e non impegnati in un percorso lavorativo e/o formativo) tra i 18 e i 29 anni iscritti al programma Garanzia Giovani, alle donne inattive e ai disoccupati di lunga data residenti in Italia, che non siano impegnati in attività lavorative o di formazione/studio. Possono accedervi le imprese individuali, società di persone, società cooperative/cooperative sociali di massimo 9 soci, associazioni professionali e società tra professionisti (purché costituire da non oltre 12 mesi dalla data della domanda). La misura finanzia con prestiti a tasso zero le iniziative in tutti gli ambiti della produzione di beni, servizi e commercio, anche nella forma del franchising, ovvero nei settori turistico, manifatturiero, artigiano, commercio, servizi alla persona, ICT, ecc. Le spese ammissibili riguardano: hardware, software, opere murarie, spese di gestione, strumenti, macchinari e attrezzature. Con Selfiemployement è possibile acquistare beni anche usati. L’intervento finanzia al 100% - e senza necessità di presentare garanzie - gli investimenti compresi tra i 5 e i 25mila euro.
Resto al Sud
Resto al Sud è una misura che attraverso un’agevolazione -
50% contributi a fondo perduto e
50% finanziamento bancario garantito dal Fondo di garanzia per le PMI senza interessi - sostiene le
nuove attività imprenditoriali e libero professionali del Mezzogiorno. Possono farne richiesta i soggetti di età compresa tra i 18 e i 55 anni che risiedano in
Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia o nei Comuni del cratere sismico (per questi ultimi non c’è limite di età), che non siano titolari di altre attività d’impresa al 21 giugno 2017, non lavorano e non avranno un a lavoro a tempo determinato per tutto il periodo del finanziamento. La misura sostiene la costituzione di nuove imprese o imprese costituite dopo il 21 giugno 2017 ed è rivolta ai settori
artigianato,
industria,
trasformazione dei prodotti agricoli,
acquacoltura,
pesca, servizi alle imprese e alle persone,
turismo, attività libero professionali (individuali e societarie) e
commercio. Le spese ammissibili riguardano: la
ristrutturazione o la
manutenzione straordinaria di beni immobili (fino al 30% della spesa sostenuta),
l’innovazione tecnologica, macchinari, impianti, attrezzature, le spese di gestione (fino al 20% della spesa sostenuta). Possono farne richiesta sia le ditte individuali che le società, l’importo finanziabile massimo a seconda della tipologia di richiedente è di
60mila euro o di
200mila euro.
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